Nell’ambito del ciclo di incontri

Lotte e rivoluzioni in Africa:

l’opposizione del continente nero al neoliberismo

1987-2007: venti anni dopo. La rivoluzione in Burkina Faso guidata da Thomas Sankara

 

Sabato 3 Febbraio 2007

Ore 9.30

Palazzo Vecchio

III piano

Saluti di

Maurizio De Santis

Segretario provinciale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 

Intervengono 

Gabin Dabiré

Musicista 

Bruno Jaffré

Autore di libri su Thomas Sankara e la rivoluzione burkinabé

Matias Mesquita

Associazione Njinga Mbande 

Pape Diaw

Consigliere comunale di Firenze, Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 

Roger Sassou

Presidente Federazione Africana di Toscana 

Antonio Mele

Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 

 

 

Durante il dibattito saranno proiettati documentari su Thomas Sankara

 

Prossimi appuntamenti

 

Marzo Ndate Yalla: le donne nella resistenza africana

 

Aprile Patrice Lumumba

 

Maggio Amilcar Cabral

  

 

Thomas Sankara è stato un leader molto carismatico, per tutta l’Africa Occidentale sub-sahariana. Cambiò il nome di Alto Volta in Burkina Faso (paese degli uomini integri), e si impegnò molto in favore di riforme radicali per eliminare la povertà. È considerato il Che Guevara africano.

 

Nato in una famiglia cattolica nel 1949, da giovane la sua famiglia lo indirizzò verso la Chiesa cattolica, con la volontà di farlo diventare un prete. Secondo molte fonti, egli non perse mai la sua fede cattolica nonostante le sue convinzioni marxiste. Iniziò la sua carriera militare a 19 anni, nel 1966, e venne formato come ufficiale dell’esercito in Madagascar, dove assistette ad alcune rivolte nel 1971 e 1972. Da giovane divenne molto popolare a Ouagadougou, la capitale del suo paese, anche grazie alla sua attività di chitarrista in un gruppo musicale. Durante la presidenza del colonnello Saye Zerbo, formò insieme ad altri giovani ufficiali una organizzazione segreta chiamata Regroupement des Officiers Communistes (ROC), cioè Gruppo degli Ufficiali Comunisti.


 

Sankara divenne Segretario di Stato nel 1981, arrivando alla sua prima riunione di gabinetto in bicicletta, ma il 21 aprile 1982, in opposizione alla deriva anti-labour del regime, rassegnò le dimissioni. Dopo un altro colpo di stato (nel novembre 1982), che portò al potere Jean-Baptiste Ouedraogo, Sankara divenne Primo Ministro, ma venne destituito dal suo incarico e messo agli arresti domiciliari dopo una visita di Jean-Christophe Mitterrand, figlio dell’allora presidente francese. L’arresto di Sankara e di altri suoi compagni causò una rivolta popolare; un successivo colpo di stato nel 1983 portò Sankara alla presidenza dell’allora Alto Volta. Thomas Sankara aveva allora 33 anni.

Il suo paese era allora in uno stato a dir poco pietoso. Nelle statistiche della Banca Mondiale si trovava alla 124esima posizione su 170 paesi, in rapporto al prodotto interno lordo (PIL), e in 161esima se si prendeva in considerazione il reddito pro capite. Le terre arabili erano per lo più aride, poco fertili e difficili da coltivare. Oltretutto solo il 25% delle terre coltivabili veniva sfruttato. Il bilancio del commercio estero era costantemente in deficit. I suoi funzionari statali – retaggio coloniale della Francia – erano 38.000 su una popolazione di circa 9 milioni di abitanti e costituivano una spesa enorme per il paese. Sankara optò per una serie di riforme radicali, per quanto rischiose.

La sua politica rivoluzionaria si ispirò agli esempi di Cuba e del Ghana. Come Presidente, promosse la "Rivoluzione Democratica e Popolare". L’ideologia della rivoluzione venne da lui definita anti-imperialista nel suo Discorso di Orientamento Politico tenuto il 2 ottobre 1983. Si occupò di lottare contro la corruzione, promosse la riforestazione, l’accesso all’acqua potabile per tutti, e fece dell’educazione e della salute le priorità del suo governo. Soppresse molti dei privilegi detenuti dai notabili, sia i capi tribali che i politici (ad es. l’imposta di captazione), e attraverso dichiarazioni e gesti molto chiari, applicò con grande coerenza le sue idee. Ad esempio:

 

          il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l’infibulazione e la poligamia, promosse la contraccezione; fu il primo governo africano a dichiarare che l’AIDS era la piú grande minaccia per l’Africa;

          Sankara e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche;

          vendette la maggior parte delle Mercedes in forza al governo e proclamò l’economica Renault 5, l’automobile ufficiale dei ministri;

          nazionalizzò le terre arabili e le ridistruibuì secondo le necessità delle famiglie e costituì un catasto;

          decentralizzò i funzionari nella varie province del paese e per contenere i rischi di antagonismi etcnici, diede il via a grandi lavori su scala nazionale, tra cui la ferrovia Ouagadougou-Tambao, che possedeva una forte carica simbolica per l’unità del paese.

 

Il risultato di queste riforme fu spettacolare! In quattro anni la produzione agricola era aumentata in modo considerevole, mentre la diminuzione delle spese dello stato aveva liberato i capitali, reinvestiti poi con priorità assoluta nella costruzione di strade, di dighe per l’irrigazione, nella formazione agricola e nell’artigianato locale. In quei pochi anni l’autosufficienza alimentare divenne una realtà (fu raggiunto l’obiettivo di due pasti al giorno per ogni burkinabé) ed il Burkina Faso si trasformò in una società più democratica e più giusta.

Questo esempio diede un’immensa speranza di dignità, giustizia e fierezza ai paesi confinanti, marci e poverissimi. Tutta l’Africa occidentale e Centrale, dalla Costa d’Avorio fino al Gabon ed al Togo fu elettrizzata dall’esempio del Burkina Faso. Ma alcuni ambienti francesi, tutori e complici di quei regimi corrotti, non potevano tollerarlo. Bisognava uccidere il profeta Thomas Sankara. Egli fu quindi fatto assassinare il 15 ottobre 1987 insieme a dodici ufficiali dal suo amico intimo Blaise Camporé. Thomas Sankara è morto come Salvador Allende: assassinato da militari autoctoni teleguidati dall’estero.

Con Sankara per l’Africa è morta la speranza. Oggi il Burkina Faso, sotto Camporé, si è normalizzato: la corruzione è tornata e con questa la dipendenza estrema dall’estero, l’umiliazione, la sottoalimentazione cronica nel nord, la vergogna neocoloniale, le spese principesche, il parassitismo della burocrazia e la disperazione dei contadini. L’esempio di Thomas Sankara e del Burkina Faso ha dimostrato chiaramente che per raggiungere l’autosufficienza alimentare è indispensabile ottenere la giustizia sociale. Ma per fare tutto questo va cambiato l’ordine omicida del mondo. E per cambiare l’ordine omicida del mondo è necessario che sempre più persone ne prendano coscienza, svegliandosi dalla propria letargia, così abilmente indotta dai condizionamenti di massa a cui siamo pressantemente e costantemente sottoposti. Finché saremo rassegnati a che tutto continui allo stesso modo, nulla potrà cambiare. Un altro mondo è possibile. E dipende da ciascuno di noi.

 

 

per informazioni: antoniomele@yahoo.fr

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